Sì fa presto a dire panino!

Il modo di dire "Sì fa presto a dire panino" significa che qualcosa sembra facile, ma in realtà richiede molto tempo e sforzo. Questo è spesso vero quando si tratta di cucina, specialmente quando si parla di preparazione di cibi gourmet. Molte ricette sembrano semplici a prima vista, ma richiedono in realtà una grande quantità di tempo per essere preparate per bene. Questo è il motivo per cui molti chef professionisti devono studiare per anni per padroneggiare l'arte della cucina.
Ogni regione italiana poi ha le sue specialità culinarie e spesso si organizzano festival e sagre per valorizzare i prodotti locali e la tradizione gastronomica. 
Il mangiare per gli italiani è occasione per condividere momenti di convivialità e socializzazione. Oltre al suo gusto unico, la cucina italiana ha infatti la capacità di unire le persone e creare momenti di condivisione e di felicità. E allora...vi ho fatto venire fame? 

Glocal

Prendi l'inglese, scegli due parole, tagliale e poi cucile insieme, creando un suono facile e accattivante, il gioco è fatto!

Glocal  è un neologismo inserito a pieno titolo nel vocabolario della lingua italiana. 

Global e local? Giusto, è possibile, ed è una tendenza. Pensa ad una catena di ristoranti con punti vendita in nazioni diverse, e che offre un menu di piatti tipici del territorio locale, non  è glocal?  Onestamente è un'occasione troppo ghiotta da rifiutare per sintetizzare due concetti opposti. 
In sei lettere è concentrata una visione contemporaneamente planetaria e locale. 
La lingua è materia plastica, si modella all'uso e ai tempi che evolvono. 
E per favore...non storcere il naso perché ci scommetto che domenica raggiungi gli amici per il brunch...

Magari

Marc oggi pomeriggio vuole esercitare la sua pronuncia, ma va da sé, anche la comprensione. Scelgo un testo piuttosto semplice, quasi banale, livello di competenza A2. 
Marc legge: 
Magari domani vengo a trovarti
Mi guarda stranito perché magari è un vocabolo che non conosce.
Magari significa forse in questa frase - chiarisco
E' convinto ma io, zelante, insisto. 
Ti faccio un altro esempio....magari l'anno prossimo vado in ferie...
Oddio, ho fatto casino, l'ho confuso, perché qui magari vuol dire sarebbe bello se....
Allora, ci riprovo
Una frase più vicina alla prima è:  ad oggi non abbiamo un governo in Italia, magari dopo le elezioni...
Ah ecco! - mi interrompe entusiasta - Finalmente capisco Forse Italia! 

Okay Marc, magari cambiamo testo? 


Siamo finiti

Sei atterrato or ora sul mio sito e leggi il titolo siamo finiti...occhio e croce ti chiedi se dopo un periodo di positività sono caduta in depressione, allora guardi la foto e, sì, pensi di avere la conferma che qualcosa sia successo. 
Beh, però è italiana - dirai - perciò siamo finiti sarà mica un commento sulle recenti vicende politiche della nazione? Oppure visto il caldo mostruoso dell'ultimo mese si parla del riscaldamento globale? Desolata ma non hai indovinato a questo giro! :) 

Facciamo l'ultima attività di grammatica e poi siamo finiti - dice frettolosamente lei. 
Come dici Liz? - e chiedo preoccupata 
Sì, ho una riunione e devo scappare, facciamo questo e poi siamo finiti con la lezione di oggi!

Troglodita

Cavalli affaticati e sofferenti con carrozza annessa, bici, bici in contromano, monopattini, taxi... tanti taxi, poi un fiume di turisti in ciabatte, insomma il centro di Firenze oggi è un suk colorato. Nelle strade strette, è dura anche salire sul marciapiede. La via, larga sì e no tre metri, è bloccata da un camion,  il cui autista lancia la merce da scaricare, all'interno del bar all'angolo. Ecco, mentre mi sforzo di mantenere un contegno, nonostante il gran caos e i 36 gradi Celsius, compare un camioncino nel senso di marcia opposto. Il tizio che lo guida ha il finestrino abbassato, il gomito appoggiato fuori e la sigaretta in bocca, molto anni '80, direbbe Giulia. Ma cosa urla? E, soprattutto, a chi?  Lui deve passare e io occupo il marciapiede, dove lui deve salire con le ruote del mezzo. Educata e allibita resto silente e mi sposto. Ancora è un mistero ma pare che nel mio DNA si annidino una manciata di geni nordici, che a volte - e solo a volte -  mantengono la situazione sotto controllo. Caro te,  il centro storico di Firenze è patrimonio dell'umanità o dei cavernicoli? 

Spoilerare

Voi non vi rendete conto quanto tempo è che ci penso a scrivere qualcosa su questa parola. Spoilerare è un neologismo davvero abusato, almeno nell'ultimo anno. Che vuol dire? Appunto, me lo chiedo anch'io...vediamolo insieme! La definizione dice così: rivelare i dettagli della trama di un libro o di un film, rovinando l'effetto sorpresa. Mettiamo subito i puntini sulle "i": confesso di provare forte antipatia per spoilerare. Sentendo usare questo termine, vengo assalita da un fastidioso prurito, più o meno provo lo stesso disagio di una puntura di  insetto, prima mi punge in modo subdolo, poi ne sento lo strascico per qualche ora a seguire. Va bene, poco può importare l'opinione personale dite voi...allora cambiate prospettiva e pensate a com'è curiosa la formazione del verbo, la cui radice è l'inglese spoil. Ma perché mai finisce in -are? E sono tutti così se ci pensate i verbi neonati nel dizionario italiano; switchare (o più italianizzato nella grafia suicciare), googlare (o forse guglare), suppongo perché la prima coniugazione è la più regolare perciò più semplice da coniugare. Già viene da un'altra lingua, ci manca solo che finisca in -ire e magari devo coniugarla come preferire, come suona? Io spoilerisco?
Accogliamo nuove parole sempre e comunque, restiamo aggiornati sì, ma nelle altre lingue secondo voi si fa uguale? Tipo se in tedesco dicessero Spagetten anziché spaghetti, come la prendereste? 

Parole

Ogni lingua contiene un certo numero di parole. L'italiano per esempio ne conta circa 260 mila, mentre per l'inglese i termini arrivano a 470 mila, sorpresi?
Il primo pensiero che ho avuto quando ho letto questi dati è stato: 
"Ma io quante ne utilizzo quotidianamente?"
Diciamo pure che ognuno di noi ha una conoscenza più o meno approfondita della propria lingua madre, e che può decidere di alimentare il proprio bagaglio lessicale con letture e interazioni sociali e culturali. 
E' vero che le lingue si evolvono, perdono e acquistano parole costantemente, e noi siamo i protagonisti attivi del processo. E così come siamo determinati a difendere l'ambiente in cui viviamo, c'è da impegnarsi a mantenere alto il prestigio delle lingue, sforzandosi di usare sinonimi e locuzioni più articolate. Dove voglio arrivare? Vi propongo una sfida! 
Allenare la mente a imparare espressioni differenti è un gioco divertente.  Come quando da bambini si abbinano le idee e si formano associazioni di parole. Non ditemi che non ci avete mai giocato perché non ci credo :) 
Tre, due, uno...iniziamo insieme? 
I panni

"In questo periodo sto seguendo una dieta perché voglio dimagrire"

"Ah davvero? E perché?" chiedo a lei, anche se l'intenzione non è quella di farmi gli affari suoi, bensì quella di farla parlare, di stimolare una conversazione che la porti a praticare la lingua

"Sì perché ho preso qualche chilo in pandemia e sarei contenta se dimagrissi prima dell'arrivo dell'estate" 

"Certo, è una dieta stretta?" 

"Si dice così? Avrei detto severa ma okay, sì un pochino stretta"

"E fai anche ginnastica, o qualche sport in particolare che possa aiutarti a smaltire il peso in modo più armonico?"

"Lo devo fare! E bisogna che lo faccia la mattina appena mi alzo dal letto"

"Che brava che sei!"

"Mi sveglio, bevo due bicchieri d'acqua e mi metto subito i panni per fare gli esercizi" 

I panni? Come quelli che si stendono al sole quando si fa il bucato :) è un regionalismo, un'espressione che in italiano standard non viene usata ma l'Italia è bella perché è lunga, contiene tante regioni, tanti dialetti e tanti modi di dire diversi. 




avanti Cristo

Ci stiamo preparando per gli esami di certificazione livello B2. Una prova consiste nella comprensione di un testo letterario. Ebbene, propongo a Thomas di leggere un estratto di un testo storico, piuttosto sfidante, ma non per lui che è super motivato e anche molto interessato alla storia. Di lavoro Thomas non è di certo un docente universitario, o niente che gli somigli. E' un impiegato di un'azienda informatica statunitense. Questo per dire che non parla di storia tutti i giorni. Ora che vi ho spiegato la situazione vado al sodo. Il caro Tom si è messo a leggere il testo, e si è accorto subito che è pieno zeppo di tempi coniugati al passato remoto. Con soddisfazione noto che ha un'ottima capacità di comprensione e dalla radice del verbo riesce a capire di cosa si parla, quindi non mi chiede neanche una traduzione. Non appena pronuncio dentro di me "ottimo direi!"  Tom si imbatte in due lettere "a.c." e alzando la testa mi guarda perplesso....cosa vuol dire a.c.? "avanti Cristo" rispondo. Lui annuisce e continua nella sua lettura ad alta voce finché al rigo successivo vede "d.c."...esita e fa una pausa, e poi prosegue. A questo punto però sono io che lo fermo, e chiedo "hai capito? cosa significa questo d.c.?" sì, se  a.c. è avanti Cristo.....d.c. sarà dietro Cristo!" 


confini

Cosa sono i confini? Sono i limiti, i perimetri di un'area geografica, di una nazione. L'Italia  per esempio a nord confina con la Slovenia, la Svizzera, l'Austria e la Francia. Passando il confine ci si trova in contesti, in territori diversi e magari si ascoltano lingue differenti. "Con-fine", vuol dire con una fine? Quindi con un altro inizio? Mi pare logico specie se penso a questo lunghissimo, interminabile, stramaledetto periodo della pandemia, durante il quale era difficile passare i confini, e mi auguro di cuore che ci sia un nuovo inizio.
Da marzo del 2020 ogni singolo Stato ha imposto regole rigide complicate restrizioni che ci hanno bloccati, nel vero senso della parola "confinati". Perciò nessun viaggio, di lavoro né tantomeno di piacere, nessuna visita a parenti e amici, e da qui è arrivato per direttissima anche il confinamento sociale!
L'articolo è iniziato con una mera riflessione sulla parola, ma va  da sé anche lo sfogo emotivo, perché parecchi si sono chiusi, ermeticamente....sì ermeticamente,  stretti forte tipo barattoli di marmellata che non vuoi far aprire da tuo figlio di sei anni. Hanno messo dei limiti, dei paletti alle proprie relazioni alla propria vita e non lasciano entrare nemmeno con il greenpass!
Scherzi a parte, non vi pare un'anomalia? Far ristagnare i propri pensieri, rigirare le emozioni su se stesse quando si deve mettere la benzina per ripartire a tutto gas? Ah dite che è quello? Il gas....

Se penso alla mia situazione, sono grata di passare i confini tutti i giorni, lo faccio virtualmente, su Internet, e non vedo l'ora di poterlo fare di nuovo di persona con le mie gambe, perché passare i confini è una delle mie ragioni di vita :)