babbo

babbo o papà? solo in poche parti della nostra penisola per indicare il genitore maschio si dice "babbo". Io sono toscana e da noi si dice indiscutibilmente babbo, senza eccezioni, però dappertutto si preferisce "papà"....ve ne parlo oggi perché il calendario segna il 19 marzo, San Giuseppe, e si festeggia la festa di tutti i padri. Si dice "festa del papà", non "festa del babbo" , una violenza linguistica che a Firenze e dintorni non verrà mai e poi mai, accettata di buon grado. Sarà perché in certe regioni "babbo" vuole dire anche scemo? Non è carino mettere insieme i due significati, intendo legarli. Però se ci pensate nella più romantica delle favole - il Natale - chi è la figura buona che porta i regali ai bimbi? Babbo Natale, mica papà Natale, giusto? Se pensate alla vostra lingua ci sono queste differenze, magari cambiando area geografica? L'importante è che ogni padre sia chiamato come più desidera dai propri figli, e che oggi tutti si ricordino (sì ci vuole il congiuntivo :)) di celebrarlo anche solo con un sorriso e un bacetto. Auguri anche al mio di babbo che non vedrò di persona e nemmeno sentirò al telefono, ma che sono sicura starà aspettando i miei consueti auguri da lassù!

trentatré trentini.....

"Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando"

Di cosa si tratta? E' uno scioglilingua cioè una frase che serve a sciogliere la lingua.....ma siamo sicuri? Io se leggo a voce alta  "Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando" ho qualche difficoltà e la lingua si attorciglia invece di sciogliersi. Ma infatti in inglese si dice tongue twister e non tongue melter o qualcosa del genereHa forse più senso perché questi sono esercizi per allenare la capacità di pronunciare alcune parole e migliorare la dizione  e la pronuncia di alcune costrutti fonetici. In questo caso la sfida è la ripetizione di "tre" che si ripete in ogni parola, anche più di una volta. Gli scioglilingua sono divertenti, sono dei giochi linguistici che anche i madrelingua possono trovare faticosi. Pero che soddisfazione quando ci si riesce!
Non so se esiste un segreto per dire bene gli scioglilingua, un metodo che funziona è non pensare a quello che dici e cercare di non andare troppo velocemente. E mentre state provando a ripetere  "Trentatré trentini entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando" segnatevi anche questo "sopra la panca la capra canta, sotto la panca, la capra crepa" e questo "Se oggi seren non è, doman seren sarà, se non sarà seren si rasserenerà" e con quest'ultimo vi lascio provare in allegria, con l'augurio che questo nostro tempo di oggi  presto si rasserenerà!


Gli auricolari

Oggi riflettevo sugli auricolari, sapete cosa sono? Sono le cuffiette che si inseriscono nelle orecchie per parlare al telefono e, sono sicuramente uno degli oggetti cult dei nostri tempi. Voi ne possedete un paio? Magari anche due, lasciatemi indovinare....il primo con il cavo da connettere allo smartphone, e il secondo senza filo, con funzionalità bluetooth, per parlare mentre camminate ed essere più liberi nei movimenti.
Anche io ne ho due, e credo che questi "cosi" siano degli oggetti che possono mettere in confusione. In che modo?
Io vado in ansia quando parlo con la mia amica Monia e cerco di inserire gli auricolari nelle orecchie a conversazione iniziata. Vi giuro che, senza volere, la linea cade sempre all'improvviso. Colpa mia , d'altro canto,  sono così sensibili al tocco che se premo più forte col dito si interrompe la comunicazione. Per fortuna Monia mi capisce e, non se la prende. 
Detto questo, la confusione è ancora più grande per chi mi guarda, quando sono per strada e parlo con mia madre argomentando ad alta voce su come è meglio friggere le patate, se con olio di oliva, olio di semi, o metà e metà. Chi mi guarda e non vede gli auricolari cosa pensa?   Questi piccoli aggeggi sono praticamente invisibili,  a maggior ragione se indossati da una donna con una capigliatura folta. Perciò la gente mi guarda quando passo e  forse il primo pensiero è "ma questa sta parlando a me?", il secondo di sicuro è "ecco, un'altra pazza che parla da sola per strada!"
dunque tutti pazzi per gli auricolari, oppure tutti pazzi con gli auricolari? A voi la scelta! :)

Co-working

Mi piace molto insegnare ed è comodo farlo online. Posso trovarmi ovunque, in qualsiasi parte del pianeta, mi servono solo un computer e una connessione stabile.

La sfida più grande? Avere la gioia di una famiglia e quindi non poter essere nomade digitale, non poter andare ovunque ma restare sempre a casa. Ovviamente per una persona socievole ed estroversa, che ama stare in mezzo alla gente, che vive anche di chiacchiere e caffè, questa è una vera sfida. Non si può stare sempre in casa, o no?

Allora cosa mi invento? Il co-working! Vado in uno spazio dove sono seduti anche altri esseri umani, che non sono membri della famiglia (inclusa Tea, la mia dolce gattina), e cosa faccio? Faccio lezione parlando a voce alta e mi faccio infamare dal vicino di scrivania? Oppure affitto uno di quegli uffici carissimi dove vanno i top manager che non hanno un ufficio d’appoggio in città? No, non funziona. E allora, fuggo in uno spazio che mi assomiglia di più, un caffè letterario. Sto scrivendo da qui, email, articoli per il blog e correzione compiti.

Lo so, lo so, non dovrei dirmelo da sola, ma è davvero un’idea grandiosa per scappare da casa solo qualche ora, e magari conoscere persone in carne ed ossa! Viva il co-working allora! A proposito… voi come lo chiamereste in italiano?


Io e te

Sì perché tu ed io possiamo vederci quando vengo in Italia!

Con molto piacere John 
- gli rispondo entusiasta della notizia che sarebbe venuto finalmente a parlare italiano tra gli italiani 

Ma tu e io possiamo prendere un caffè di quelli veri, un espresso fatto come si deve - continua raccontando i suoi programmi di viaggio nei primi minuti della nostra lezione del martedì pomeriggio (che poi da lui è mattina perché abita a New York) 

Lo lascio parlare, va come un treno, e mi racconta di tutte le tappe del suo itinerario studiato nei minimi dettagli. Devo però spiegargli che tu e tu ed io non si dice, che in italiano siamo forse più egocentrici, poiché diciamo io e te. Già caro John, io prima e poi te. Prima ci mettiamo noi e poi tutti gli altri, non è carino lo so, se pensi all'inglese infatti voi dite you and I. 

Perciò se vuoi prendere un caffè italiano tra gli italiani, parlando il italiano vero John, bisognerà che tu diventi un po' egocentrico e tu dica Io e te!



Io ando

Oggi con Nicole si studiano le coniugazioni dei verbi regolari e impariamo che esistono tre gruppi. Il primo contiene i verbi che terminano in -ARE, il secondo include i verbi che finiscono con - ERE, ed il terzo quelli in -IRE. Assodato questo, studiamo il presente indicativo e lei ripete a voce alta un verbo dopo l'altro. Soddisfatta mi guarda con gli occhi vivaci di chi vuole imparare ancora e ancora. Snocciola verbo dopo verbo e a volte inciampa nella terza plurale.
Mentre provo a fermarla mi fa 
- Andare? 
- Vuoi coniugare Andare Nicole? - 
le chiedo 

Annuisce per confermare
- Vai! 

Allora......Io ANDO! 
Nicole è serie e sicura di sé e non ha tutti i torti perché Andare termina in -ARE, perciò se Mangi-ARE al presente è io mangio, e cantare è io canto, andare come fa? Io ando, no??






Mangiare fiori

Oggi ho un nuovo cliente e sono pronta a conoscerlo! Mi ha scritto che ha un buon livello di italiano, che l'ha studiato da solo e che sua nonna è nata in Italia. Lui porta un cognome italiano ma non ha mai avuto né il tempo né la voglia di studiare l'italiano. 
Ecco mi connetto e sullo schermo vedo un signore di mezza età, con i capelli brizzolati, un bel sorriso e due occhi azzurri coperti dalle lenti degli occhiali. Peccato le lenti facciano riflesso sul PC. 
Ciao Jamie, piacere di vederti, dico io. 
Jamie sembra timido, ma abituato agli incontri online. E' questione di attimi e inizia a parlare anche lui. 
Ciao teacher, mi senti bene? 
Ci assicuriamo che la connessione sia stabile e dopo i convenevoli gli chiedo di presentarsi. L'idea è quella di conoscerlo e rompere il ghiaccio, e chiaro sì, anche quella di sentirlo parlare per capire il suo livello di competenza linguistica. 
Mi racconta della famiglia, della sua vita professionale e poi di ciò che gli piace fare....e qui casca l'asino! 
Mi piace mangiare fiori 
Fiori? 
che sia un fruttariano? Ma non mangiano solo frutta? Anche fiori? Bah, faccio una pausa di riflessione e gli sorrido. E' la prima volta che parliamo ed evito di fare ironia perché era proprio bravo a parlare e avevo capito cosa amasse.....Jamie amava mangiare FUORI, al ristorante, non a casa, e non fiori :) 

Nipote

Come si traduce grandson? Nipote
e granddaughter? Nipote
e invece come si traduce niece? Nipote
ma com'è possibile? e nephew? Sempre nipote

Incredibile ma vero, l'inglese ha 4 parole diverse, che indicano relazioni di parentela diverse, e di generi diversi, ma che in italiano si traducono con la stessa parola. Dunque il nipote e la nipote si distinguono solo dall'articolo o pronome che viene inserito prima, si riconoscono perciò il maschile e il femminile dall'articolo e dal contesto. Se dico mia nipote Camilla o mio nipote Riccardo capisco cosa? Sono la zia o la nonna?? Beh questo è un pochino pericoloso perché qualcuno potrebbe anche offendersi se non è ancora nonno o nonna! Dunque occhio a questa parola ragazzi. 

Mi piace la cioccolata buia

Ti piace la cioccolata? 
Sì - mi dice la mia allieva, adoro la cioccolata e mi piace....la cioccolata buia! 
Scoppio in una fragorosa risata anche se non devo, ma è stata troppo divertente. Ebbene, una delle traduzioni di dark in italiano è buio o buia se femminile come cioccolata, perciò non ha detto male lei. E' interessante però sapere che questo aggettivo, se riferito alla cioccolata, viene tradotto come fondente. Giusto buttarsi e non avere paura di sbagliare, perché un errore è un'opportunità per imparare qualcosa di nuovo! 
Avevo tre anni

Non correre dietro a Sky, dai fastidio!
Avevo tre anni, testarda e agguerrita io correvo dietro a Sky, un bimbo biondissimo della mia età che frequentava la scuola materna. Sky si era appena trasferito dagli Stati Uniti, onestamente non ho idea da quale Stato, ma il fatto interessante era che parlava strano, parlava diversamente dagli altri bambini. Sì esatto, parlava inglese. Era questa la cosa bella! Mi incuriosiva e lo guardavo come si guarda un insetto in un laboratorio scientifico, insomma lo studiavo e cercavo di imitarlo. Sky era timidissimo e non gli piacevano le mie attenzioni...o forse è meglio dire le mie aggressioni! :) Beh, fatto sta, che da quel giorno, quando mi misero in punizione perché rompevo le scatole a Sky, si capirono due cose: non mollavo  e...ero attratta dalle lingue straniere! :)